Ah, che bello parlare tante lingue. Bella questa cosa del “bi-tri- quadri e chi più ne ha più ne metta linguismo”. Ma quante brutte figure linguistiche facciamo?
Io varie. E nemmeno le ricordo tutte!
Passare da uno stato all’altro, da una lingua all’altra, è bello, ma per chi impara le lingue “da grande” non è cosi facile e immediato parlarle correttamente. Ehi voi genietti poliglotti, non vi voglio qui (scherzo dai!).
Ogni tanto mi ritrovo a ricordare episodi che mi sono capitati in giro per il mondo e adesso ci rido tanto, ma al momento ricordo che avrei voluto solo sprofondare.
Che poi, finche si tratta di brutte figure linguistiche e basta ok, ci sta. Le persone in genere si fanno una risata e via. Ma quando la brutta figura è più profonda e concettuale allora si che è meglio cambiare stato!
Tipo di quando in Perù, ignara del vero significato della parola “embarazada” continuavo a ripeterla con il mio significato di “in imbarazzo” e tutti mi facevano comunque i complimenti. Io ovviamente non capivo il perché, finche non ho usato quella parola riferita a mia figlia e mi volevano mandare polizia e carabinieri. In spagnolo significa “essere incinta”. Mia figlia aveva 5 anni. Capite bene la situazione!
In Argentina, appena arrivati, iscrivo i miei bimbi in una bellissima scuola vicino alla nostra nuova casetta. Dopo una settimana, le maestre chiedono un incontro per parlarci del loro inserimento. Tutte carine, gentili e sorridenti, iniziano a parlarmi del piccolo: TREMENDO NIÑO! AH. Cioè me lo dite cosi? Ma in che senso? E io che pensavo fosse buono e bravo. Inizio a scusarmi e chiedere cosa posso fare, ero imbarazzata (no, finalmente avevo capito di non dover dire embarazada, tranquilli). Mi guardano strano. Non capiscono cosa io stia dicendo. Si illuminano. Ma no, tremendo in argentino significa meraviglioso, eccellente. MA COSA NE SO IO! E pensavo di parlarlo pure bene lo spagnolo!
Meno grave ma sempre ridicola, io che in cantiere in Romania (ho lavorato li 5 anni e parlavo solo rumeno), parlavo con i colleghi italiani e ripetevo la parola “magari” e i colleghi rumeni mi guardavano strano, e poi si guardavano intorno straniti. Alla fine, dopo le risatine, mi spiegarono che “magari” è il plurale di asino, e non ce n’era nessuno all’orizzonte. Ancora peggio, e poco adatto ai minori di 18 anni, quando urlavo in cantiere che dovevano seguire le “CURVE” nella pista e le grasse risate si sentivano fino alla fine del mondo. La parola “curva”, non scritta cosi ma con la stessa pronuncia, in rumeno ( e in varie lingue dell’Europa dell’est) ha come significato “donna di facili costumi”. Ridete pure voi, lo capisco.
Ma non è finita qui, ogni lingua una figuraccia, no?
Potevo risparmiarmela in inglese? IO NON CREDO.
Esterno, strada, parco, giardino di casa. Mamma italiana stremata che richiama i suoi figli che non la ascoltano, non si muovono, non fanno quello che gli viene detto. Cosa mi viene in mente di urlare SEMPRE??
E DAIIIII.
Lo so, questa non è immediata ma sono quasi certa che lo abbiate fatto anche voi inconsapevolmente.
Pensateci. Verbo TO DIE in inglese che vuol dire? Si, esatto. MUORI.
Cioè io urlo tutti i giorni ai miei figli questa roba e i poveri australiani attoniti pensano che gli stia augurando la morte.
Tra quanto mi manderanno la polizia?
Continuate voi per me, che vado a mettermi il memo: NON FARLO MAI PIU.
Nadja, Australia
Ciao.
Mi viene in mente una parola usata ai piedi di una scalinata piuttosto lunga, nei sotterranei di Parigi (metropolitana).
La segnaletica non mi sembrava molto chiara. Parlo il francese ma non è la mia lingua madre. Vedo un poliziotto e chiedo se posso “salir”. Lo sguardo perplesso del poliziotto mi fa capire che….avevo chiesto se potevo sporcare la scalinata!!!
Capita se viaggi un po’!